Pubblicità 2.0. : l'influencer marketing

Attualità

  • 26/05/2017

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Redazione di Educaweb.it
Oggigiorno tutti, soprattutto i più giovani, subiscono il fascino degli influencer, ossia di quelle persone che riescono, tramite l'autoesposizione sui social, a condizionare il comportamento degli altri senza ricorrere a particolari stratagemmi, ma semplicemente essendo se stesse.
 
Da poco meno di due anni a questa parte un numero sempre crescente di brand, dai più lussuosi a quelli appena emergenti, ha intuito quanto gli influencer possano essere preziosi nell'ideazione di una strategia di marketing che li veda come nuovi protagonisti. Infatti circa il 90% dei potenziali acquirenti è più portato ad assumere un comportamento di consumo proposto da un influencer, che da una tradizionale campagna pubblicitaria. Ma non finisce qui: dalle indagini risulta che gli influencer preferiti dai consumatori non sono i più conosciuti, bensì i meno popolari, quelli che non sono (ancora!) delle vere e proprie celebrity nel loro settore.
 
Ma quali sono le caratteristiche che rendono gli influencer così adatti ad aumentare la cosiddetta "brand awareness"?
 
Il numero di follower è certamente la prima, dal momento che l'obiettivo di un'azienda che sceglie di investire in una strategia di influencer marketing, è l'aumento del traffico on line generato, ed il conseguente ritorno in termini di visibilità e di vendite.
 
Ma allo stesso modo è importante che l'influencer abbia una sua identità ben precisa, che sappia raccontare ai suoi follower una "storia" che li porti naturalmente al processo di emulazione, che è poi la chiave di tutta la strategia di marketing. Il paradosso di queste figure risiede proprio nel fatto che vengono percepite come persone normalissime, che non hanno nulla in più rispetto a chi le segue, e, di conseguenza, anche il loro stile di vita appare raggiungibile. Non si tratta quindi di semplice imitazione, ma di un processo più complesso, più consapevole, da attuare senza vergogna, e che porta i follower ad optare per un prodotto piuttosto che per un altro semplicemente perché quel determinato prodotto è proposto dall'influencer non come in una televendita, ma come un consiglio di un'amica.
 
Di conseguenza, è fondamentale per un influencer saper attuare delle buone strategie di product placement. Non basta fare delle belle foto in cui viene mostrato il prodotto, ma è necessario che siano il più naturali possibile, che non assomiglino agli ormai obsoleti cartelloni pubblicitari, ma a scatti rubati alla quotidianità. In questo modo è possibile dare l'impressione che l'influencer in questione ami ed utilizzi davvero il prodotto, e il brand ne guadagna in reputazione. Non a caso le aziende, spesso, chiedono di poter visionare le foto prima che vengano pubblicate su social o blog, in modo da poter selezionare quella che ritengono più rispondente alle loro mission e vision.
Infine, un buon influencer deve mantenere un rapporto costante con i suoi follower, interagendo con loro, creando una comunicazione partecipativa che aumenti la loro fidelizzazione, tanto nei suoi confronti, che in quelli del brand che propone.
 
Insomma, nulla è lasciato al caso.
 
L'influencer marketing, benchè ai suoi albori sia stato oggetto di critiche da parte dei più "tradizionalisti", ad oggi risulta essere una strategia vincente con la quale sempre più brand si confrontano per aumentare l'engagement dei loro clienti, e che finirà sicuramente per coinvolgere anche i più reticenti.

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