"Per essere un buon medico serve una forte vocazione"

Intervista

A tu per tu con…Nicola Meschino, Medico-Chirurgo Specialista in Dermatologia e Cosmetologia; professionista poliedrico e uomo dalle mille passioni, oltre che affermato e stimato medico in Italia e all'estero.Nicola Meschino esercita la professione medica principalmente presso il proprio studio Skinfarm di Siena, centro medico che ad oggi rappresenta una delle eccellenze di settore in Toscana, ovvero nel campo della dermatologia e della medicina estetica. Il dott. Meschino, oltre a collaborare con numerose altre strutture italiane, è altresì membro autorevole dell'equipe sanitaria della clinica londinese RTW skin and laser clinic.


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Intervista a Nicola Meschino, Medico-Chirurgo Specialista in Dermatologia e Cosmetologia.
Un mestiere, una scienza, una professione o una vocazione, tutte queste sono definizioni confacenti al lavoro che Lei svolge, ma quale o quali di questi vocaboli definisce meglio le attitudini di base per essere un buon  medico?
 
Definire con un singolo vocabolo quella che può essere un'attitudine di base per essere un buon medico credo sia molto difficile. Penso però che i termini più riassuntivi possano essere "vocazione" e "passione". La professione del medico è sicuramente legata ad una particolare vocazione e sento che debba essere esercitata con forte dedizione, elementi che dovrebbero contraddistinguere anche tutte le altre professioni. Il contrario sarebbe deprimente per chiunque specie di questi tempi nei quali il mondo del lavoro ha delle grossissime difficoltà.
 
La professione medica è stata sin dagli albori della civiltà sinonimo di conoscenza e impegno sociale e forse proprio per questo rappresenta ancor oggi nell'immaginario collettivo un lavoro "non per tutti". Come interpreta lei questa professione e quali motivazioni di fondo l'hanno convinta ad intraprendere la carriera medica? (tradizione di famiglia, percorso di studi, esperienze lavorative, valori del Codice deontologico...)
 
Io provengo da una famiglia di medici. Sicuramente l'ambiente in cui sono cresciuto mi ha influenzato molto ma è stato con il tempo che ho capito che questa sarebbe stata la mia vita professionale. Inoltre lavorare al pubblico è un impegno stimolante ed occuparsi della salute e del benessere delle persone dà delle gratificazioni che non hanno paragoni. Certo che viene richiesto un grosso impegno lavorativo che porta spesso a trascurare la propria famiglia ed il tempo libero. Mio padre quando ero piccolo lo vedevo soltanto qualche volta a cena. Io faccio il possibile per stare anche con i familiari ma talvolta bisogna rinunciare a qualcosa.
 
Dalla sua esperienza potrebbe estrapolare un giudizio di merito sulla validità dell'attuale percorso di studi propedeutico alla carriera medica e al contempo quali consigli si sentirebbe di dare ad un giovane che decidesse di percorrere la sua stessa strada? 
 
Io ho studiato in Italia e devo dire che, nonostante molti pregiudizi, la preparazione accademica dei medici italiani e' adeguata e si pone su un livello elevato. Lavorando anche in Inghilterra ho modo di confrontarmi con medici di tutto il mondo e con altri colleghi italiani. Una delle caratteristiche del popolo italiano è la capacità di risoluzione, quella cosiddetta arte di arrangiarsi, anche perchè da noi le strutture sanitarie non funzionano bene e mancano i fondi economici. Nel Regno Unito e' tutto più' strutturato e si lavora secondo protocolli molto rigidi. Quando pero' si presenta un problema che va fuori dagli schemi i colleghi stranieri vanno in crisi e qui viene fuori la nostra genialità , quella capacita' di trovare quel fattore di risoluzione che ci differenzia dagli altri colleghi.  
Ai giovani consiglio di muoversi, viaggiare e studiare anche in altri paesi perché il confronto professionale è importante per la propria maturazione in qualsiasi settore. Consiglio inoltre di provarci, di cercare di coronare il proprio sogno e di chiedersi tutti i giorni: cosa mi costerebbe o come starei se non ci provassi.
 
La medicina estetica, ovvero il suo settore di provenienza professionale, rappresenta ad oggi in Europa un segmento estremamente vivace e produttivo in ambito medico scientifico, Lei come giudica il continuo trend di crescita del numero di persone che ricorrono a cure medico estetiche? Un fenomeno di costume legato all'importanza che ormai ha acquisito l'immagine nella società moderna o una reale esigenza dell'uomo che passa all'interno di quella che viene definita la  ricerca del miglioramento nella civiltà classica?
 
Sappiamo tutti che questo è un settore in continua crescita. Egoisticamente dovrei essere molto contento di questo trend perché lavorando nel settore, ne sono coinvolto direttamente . Credo però che una delle prerogative di noi medici estetici debba essere quella non solo di trattare ma anche di educare i nostri pazienti. Dietro a questo mondo c'è molto marketing e grossissimi interessi economici. Noi professionisti dobbiamo insegnare ai nostri pazienti il significato di bellezza ed armonia. Non dobbiamo diventare dei venditori di punturine o di sogni  ingannando la gente che rincorre il miraggio della giovinezza.
 
Apra un cassetto del suo Studio e ci indichi un sogno nascosto…Professionale naturalmente o se preferisce professionale e personale, visto il legame indissolubile tra il suo lavoro e la vita privata…
 
Credo di essere una persona molto fortunata e professionalmente di aver coronato i miei sogni. Questo puo' sembrare eccessivo ma è la verità. Per quanto riguarda l'ambito personale il mio sogno nel cassetto è legato ai miei figli ed al loro futuro. Vorrei che potessero svolgere un domani la loro professione con lo stesso entusiasmo e passione che sono riuscito ad applicare nel mio lavoro.