"Ingegneria: nuove opportunità di lavoro. Intervista a Gregorio Tozzi"

Intervista

Chi è Gregorio Tozzi? Direttore Generale del gruppo Eucer il cui core business è la Certificazione prodotto, la verifica e le ispezioni di legge nelle aree di lavoro. Laureato in Ingegneria Gestionale presso il Politecnico di Torino, ha discusso la sua tesi di laurea su un progetto sperimentale a Parigi. Durante il suo percorso lavorativo ha ricoperto svariati ruoli nei campi sia tecnici che gestionali in realtà multinazionali caratterizzate da un elevato contenuto tecnico e complessità organizzativa. Come tutti gli ingegneri… possiede un approccio pragmatico e metodologico all'analisi ed alla sintesi delle diverse problematiche aziendali, fortemente orientato alla definizione degli obiettivi ed al conseguimento dei risultati tramite attenta gestione delle risorse in generale. Lo abbiamo incontrato per voi per farci spiegare come un laureato in Ingegneria affronta le sue sfide lavorative...


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Redazione di Educaweb Gregorio Tozzi è il Direttore Generale del Gruppo Eucer.
Diventare Ingegnere è una strada non facile da intraprendere per via del lungo iter di studi. Ci indica quali sono gli step scolastici e di formazione che ha affrontato per esercitare questa professione?

Il mio è stato un approccio decisamente casuale all'ingegneria, in quanto dopo essermi maturato al Liceo Classico, con una forte propensione verso materie quali letteratura, arte e filosofia per motivi di tipo personale e con un lavoro già in attivo, presso un'azienda torinese, sono sbarcato al corso di studi in Ingegneria Gestionale del Politecnico. La mia Laurea Magistrale è stata perseguita da studente lavoratore qual'ero e fortemente auspicata dal mio allora "Border aziendale", che aveva puntato su di me e sulla mia prossima figura di neo laureato al fine di acquisire le necessarie competenze ad acquisire un'intera commessa internazionale in ambito delle infrastrutture di trasporto. L'ingegneria gestionale era una branchia accademica dell'ingegneria già molto conosciuta all'estero, e in via di introduzione nel sistema universitario Italiano, infatti la normale applicazione di questa deriva dal concept anglosassone di saper valutare i costi effettivi dell'azienda per poi ottimizzarne produzione e spesa economica.

L'orientamento degli studi verso contesti internazionali come ha cambiato la sua preparazione e le sue competenze?

Sicuramente l'esperienza di lavoro in aziende europee e del continente americano ha arricchito il mio bagaglio professionale sia a livello di conoscenza delle diverse tipologie di approccio metodologico all'analisi di processo sia in senso utile a colmare un gap temporale che vedeva l'Italia  come una nazione ancora troppo poco abituata al cost controlling e l'analisi di logistica. In questo, per così dire migrare, ho ricevuto un doppio vantaggio competitivo riuscendo a confrontarmi con mercati in cui la mia figura professionale era già consolidata; il primo vantaggio è stato sicuramente quello di assorbire un metodo di lavoro post studi universitari già testato dalle aziende, mentre il secondo è  stato quello di riuscire a identificare quale fosse effettivamente l'unità di misura reale per valutare i risultati aziendali nell'applicazione della mia disciplina di studi. Forse ho imparato anche un paio di lingue straniere e ciò non guasta..!

Quali sono, secondo Lei, le aree di attività a cui un aspirante ingegnere deve guardare in prospettiva per specializzarsi e avere maggiori possibilità di impiego?

In realtà in questo settore siamo in pochi. L'Ingegneria gestionale dopo un paio di anni di clamoroso appeal sul mercato della formazione universitaria italiana, ad oggi enumera molti meno studenti che le altre nazioni europee; di contro sul mercato internazionale, in questi ultimi anni sta crescendo, la richiesta di queste figure aziendali, un ruolo in azienda sempre a cavallo tra quelle che sono  le esigenze di analisi dei flussi di produzione e la revisione del conto economico divenendo, inevitabilmente, aghi della bilancia sulla misurazione della competitività delle diverse società sui mercati.
La crisi, o la sovrastimata crisi, che a volte diviene psicosi, è stata la "frusta" che ha spronato anche le aziende nazionali nella ricerca di nuovi risorse che come veri e propri fotografi scattassero delle istantanee  sulle aziende, per poi effettuare un'analisi appropriata dei costi partendo dal personale, la gestione del magazzini, gli acquisti, ecc. Grazie ai dati acquisiti, ad esempio, si può stilare un piano di ottimizzazione della logistica riducendo le spese, le inefficienze, gli sprechi, nel tentativo di ricerca del  massimo rendimento.
Quindi un consiglio che potrei dare ai neo laureati è quello di verificare e approfondire le tematiche collegate all'analisi logistica, in quanto le grandi aziende nazionali cercano di incidere proprio con questo sulle loro strutture obsolete per essere maggiormente competitive sui mercato mondiali.

Parlando del settore che la vede protagonista come manager di una holding del settore della Certificazione e verifica di legge, ci saprebbe indicare quali sono tra le classiche professioni del settore quelle più ricercate? Sono cambiate nel tempo in termini di competenze professionali? Se si, come? E invece quali sono le nuove professioni che si stanno affermando in questo ambito?

Il settore che frequento professionalmente, attraverso la Direzione di questa piccola holding Made in Italy, è come una strada lunga e scoscesa, e oltre a ciò molto transitata da  Enti certificatori stranieri, quali ad esempio il "TUV" ed il "Bureau Veritas", che impediscono i sorpassi come un camion in una strada di campagna che già di per se è piena di buche perché le Istituzioni territoriali non la vogliono asfaltare; concedetemi la metafora visto che non posso andare oltre senza far scaturire polemiche mediatiche… Comunque le figure professionali maggiormente ammesse alla carriera negli Enti ed Organismi accreditati a livello Europeo e Ministeriale, come la mia Azienda, sono proprio i laureati in Ingegneria in genere, perché le Autorità nazionali hanno regolamentato che possono accedere alla professione di certificatore, ispettore e verificatore in via preferenziale proprio questi a discapito delle vecchie agenzie statali quali ASL e INAIL , che un tempo avevano il monopolio delle attività  ad oggi svolte, in  regime di libero mercato, anche da soggetti privati, i quali al loro interno, invece di enumerare schiere di periti e geometri, si avvalgono di nutrite schiere di Ingegneri.
La mia azienda vanta alle sue dipendenze una forza lavoro composta per l'85% da laureti in Ingegneria meccanica, civile, elettronica ed anche gestionale. L'evoluzione delle specie, per utilizzare un termine darwiniano, è proprio questa, da requisito minimo di Perito oggi si chiede almeno una Laurea Triennale in ingegneria ed un bagaglio curricolare che dimostri esperienza nel campo della gestione delle linee di produzione e del controllo qualità come ulteriore plusvalore. Controllo sui sistemi di qualità e conoscenza delle diverse certificazioni in ambito europeo al fine dell'immissione dei prodotti sul mercato con il marchio CE  da parte delle aziende rappresentano i campi di maggiore interesse per il prossimo futuro nella ricerca di risorse umane idonee ad interpretare il lavoro in Enti e Organismi privati come quello che ad oggi rappresento.

Che consiglio darebbe ai giovani che intendono intraprendere la sua stessa strada? Quanto sono importanti formazione e aggiornamento?

Profondere tutte le energie necessarie nel percorso di studi scelto è sicuramente fondamentale, ma, lo è altrettanto, raggiungere un livello di conoscenza trasversale del mercato che si vuole frequentare professionalmente post laurea, soprattutto attraverso la frequentazione di latitudini e longitudini diverse da quelle in cui si è abituati a vivere, studiare e lavorare. Ovvero, vi chiarisco il concetto, cercate di creare un bagaglio esperienziale che obbligatoriamente fuoriesca dai confini nazionali così da poter scegliere voi stessi se mettere a frutto ciò che avete imparato all'estero o farne tesoro rientrando dentro i confini nazionali. Imparare dagli altri e approcciarsi con realtà internazionali vi aiuterà sicuramente ad assolvere meglio a quello che ad oggi è un obiettivo di tutto il nostro comparto aziendale italiano, internazionalizzare la propria capacità di produzione e di acquisizione di ruolo sul  mercato target.