Green & white economy: presente e futuro delle professioni verdi

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Il bisogno di ridurre la bolletta energetica nazionale e allo stesso tempo la necessità di abbattere le emissioni di CO2 rendono lo sviluppo delle energie rinnovabili un tema irrinunciabile e una sfida non più rimandabile.


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Redazione Educaweb.it
Il bisogno di ridurre la bolletta energetica nazionale e allo stesso tempo la necessità di abbattere le emissioni di CO2 rendono lo sviluppo delle energie rinnovabili un tema irrinunciabile e una sfida non più rimandabile. Secondo una guida di MCE, la "Green Economy" creerà fra oggi e il 2020 oltre 250.000 posti di lavoro in Europa. A questo dato sono da aggiungere altri 1.061.000 posti che saranno creati dalla "White Economy", un settore collegato, ma non esattamente sovrapponibile al precedente, e che fa riferimento alla frontiera dell'efficienza energetica, in grado di assicurare benefici sia economici che ambientali, oltre che di sviluppo e di innovazione. Sono i comparti che riguardano ad esempio la riqualificazione energetica, la climatizzazione e l'illuminazione. Oltre ai nuovi posti di lavoro, quelli già esistenti avranno, invece, bisogno di nuove competenze. Da qui la necessità di informare, soprattutto i giovani, su quali saranno le figure professionali necessarie nell'immediato futuro e qualche indicazione su come formarsi e aggiornarsi. 

Le professioni "green" si identificano in circa 54 figure professionali differenti. Secondo lo United Nations Environmental Programme (UNEP) si definiscono "green jobs" molteplici lavori diversi nel settore agricolo, manifatturiero, della ricerca e sviluppo, amministrativo e delle attività di servizio che contribuiscono sostanzialmente a preservare e rafforzare la qualità dell'ambiente, a proteggere l'ecosistema e la biodiversità, a ridurre i consumi di energia, materiali e materie prime come l'acqua a minimizzare e a ridurre i processi di inquinamento dell'ambiente. La società sta profondamente cambiando diventando sempre più "responsabile". Ciò si traduce in una diversa scelta sia nei comportamenti di tutti i giorni sia dei prodotti acquistati e nella metodologia di attuare i consumi. Anche, e soprattutto, in termici energetici. Ciò porta allo sviluppo della Green e White economy influenzando l'occupazione in due modi: 

A. La creazione di nuove professionalità come l'Esperto di Gestione dell'Energia, l'Energy Auditor e il Certificatore Energetico 
B. La trasformazione e l'adattamento di figure professionali esistenti che richiedono nuove qualifiche. 

E' necessario sottolineare che la grande maggioranza delle occupazioni create dallo sviluppo delle fonti rinnovabili sono in realtà lavori tradizionali (commessi, meccanici, camionisti). Ci sono perciò professioni che non richiedono l'acquisizione di nuove competenze per lavorare in un'azienda green. Altre figure invece provengono da altri settori in crisi e godono di una condizione di rivitalizzazione grazie all'acquisizione di nuove competenze. Infine, ci sono coloro che lavorano a diretto contatto con le nuove tecnologie verdi e che per questo hanno anche bisogno di qualifiche, corsi di formazione e di aggiornamento. Un settore così innovativo richiede un continuo aggiornamento delle figure professionali coinvolte. Allo stesso modo, il panorama giuridico di riferimento, ancora in divenire, richiede uno studio continuativo per essere sempre al passo con le regolamentazioni, le tassazioni, le certificazioni necessarie per poter svolgere e portare a termine il proprio lavoro secondo gli ultimi termini di legge e in accordo con gli standard qualitativi e di sicurezza richiesti. L'offerta formativa conta di innumerevoli corsi. A fine 2009 si contavano già 2033 percorsi diversi, fra i quali diventa difficile orientarsi. Fra questi 1129 erano corsi di formazione, 696 corsi universitari, 208 percorsi post-laurea. Come precedentemente accennato i corsi di aggiornamento sono diversi per ogni singola professione e così anche la normativa che le riguarda. Un'ulteriore complicanza è dovuta al fatto che la legislazione è differente a seconda della Regione di riferimento e solo quelle istituzioni che ancora non hanno legiferato in materia si riferiscono alla normativa statale. I frigoristi ad esempio hanno a disposizione solamente tre mesi per confermare i certificati provvisori. Al momento ci sono ancora 36.429 imprese con certificato provvisorio che dovranno accalcarsi in questo trimestre di fuoco presso gli otto enti di certificazione attualmente accreditati. 

Stesso discorso vale per i tecnici, che devono ottenere un certificato a loro volta. Sono oltre 57.000 quelli con il provvisorio. Dal 1° agosto 2013, gli installatori hanno l'obbligo di ottenere dei patentini per installare impianti a energia rinnovabile. Un tema particolarmente rilevante poiché sul territorio nazionale operano 99.269 impiantisti elettrici e 84.692 nel settore riscaldamento e climatizzazione. 
Il 12 luglio è entrato in vigore il regolamento sui requisiti professionali dei soggetti abilitati alla certificazione energetica degli edifici: il certificatore energetico, un tecnico abilitato che può operare come libero professionista o alle dipendenze di enti pubblici e privati d'ispezione nel settore delle costruzioni edili, società di servizi energetici (ESCO). Possono svolgere l'attività di certificatore i tecnici laureati in ingegneria, architettura, agraria e scienze forestali oppure quelli con diploma industriale, di geometra, o di perito agrario. I tecnici devono essere iscritti ad un ordine professionale (non in Lombardia). In alternativa, il tecnico può decidere di frequentare uno specifico corso di formazione della durata minima di 64 ore sulla certificazione energetica degli edifici al termine del quale, dopo il superamento di un esame finale, diventa certificatore energetico. 
Il corso di formazione è obbligatorio, invece, per tutti i tecnici non abilitati alla progettazione di edifici ed impianti e per quelli in possesso di lauree e diplomi tecnici diversi dai precedenti. 
Anche gli ingegneri hanno bisogno di una costante formazione: per esercitare la professione l'iscritto all'Albo deve essere in possesso di un minimo di 30 Crediti Formativi Professionali (CFP). Al termine di ogni anno solare sono detratti ad ogni iscritto 30 CFP dal totale posseduto. Al raggiungimento degli zero CFP non vengono attuate ulteriori detrazioni. Il numero massimo di CFP cumulabili è 120.
Le attività di formazione professionale continua possono essere di tre tipi: non formale, informale e formale. 
Sono attività di formazione non formale: la frequenza frontale o a distanza di corsi e seminari riconosciuti, compresi quelli obbligatori per legge, la partecipazione a convegni, conferenze ed altri eventi specificatamente individuati dal CNI, la partecipazione a visite tecniche qualificate a siti di interesse, la partecipazione a stages formativi. Un'ora equivale a un CFP (esclusi gli stages). 
Le attività di formazione informale sono: l'aggiornamento legato all'attività professionale dimostrabile, la certificazione delle competenze professionali da parte dell'Ordine, pubblicazioni qualificate, brevetti, la partecipazione qualificata a organismi, gruppi di lavoro, commissioni tecniche e di studio in Italia e all'estero riconosciuti dal CNI, la partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato per l'esercizio della professione di Ingegnere/ Ingegnere Junior, la partecipazione a interventi di carattere sociale/umanitario in occasione di calamità naturali inerenti l'ambito professionale. 
Sono attività di formazione formale: la frequenza corsi di master di primo e secondo livello e di dottorati di ricerca, la frequenza di corsi universitari con esame finale. 

Educaweb.it sostiene la green economy aiutando Voi oggi ad individuare  i migliori corsi di formazione e aggiornamento idonei a proiettare nuove figure professionali nel lavoro di domani.