"La danza come arte e maestra di vita: intervista a Marga Nativo"

Intervista

Artista, insegnante e Prima Ballerina Etoile del Teatro Comunale di Firenze, ha ballato nei più grandi teatri del mondo con coreografi di fama internazionale: stiamo parlando di Marga Nativo. La redazione di Educaweb.it l'ha intervistata per comprendere le dinamiche del mondo della danza in Italia e nel mondo.


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Prima Ballerina Etoile del Teatro Comunale di Firenze, artista indipendente e insegnante di danza Redazione di Educaweb.it
Grazie al suo innato talento e un costante impegno, ha ballato nei più grandi teatri del mondo con coreografi di fama internazionale. Ci racconti com'è nata la sua travolgente passione per la danza e quando ha capito che sarebbe diventata la sua professione.

Ho iniziato a ballare quando ero molto piccola. Ricordo che all'età di 5 anni mi trovai per la prima volta a uno spettacolo di danza per bambini e sentii il Boléro di Ravel: fu subito amore. Chiesi insistentemente di poter ballare e l'insegnante di danza mi osservò con attenzione, confermando le mie potenzialità.
Frequentai una scuola di danza fino a che conobbi un insegnante olandese che mi indirizzò verso il professionismo.

La giornata tipo di uno studente di danza è scandita dalle tante ore di lezione e, spesso, conciliare impegni scolastici e sala prove provoca stress e tensione. Quali consigli darebbe a un giovane che si avvicina a questo mondo?

La danza richiede impegno ma soprattutto tantissima passione: se ci si dedica con trasporto, anche i sacrifici diventano superabili. Sono convinta che la vera passione per la danza si riconosca fin da bambini: quando c'è, si riesce a conciliare scuola, compiti e allenamenti. Certo, a volte capita di dover rinunciare a una pizza con gli amici, ma l'entusiasmo e la soddisfazione di salire sul palco ripagano della fatica. Lo vedo ogni giorno nella luce che brilla negli occhi dei miei ragazzi, così come brilla ancora oggi nei miei.
La danza, inoltre, è uno sport che fa bene a tutti, soprattutto ai più piccoli: nel resto del mondo è molto praticata perché abitua a una postura corretta, regala grazia ai movimenti e insegna il senso del ritmo.

Come direttore artistico del Florence Dance Center, si dedica da venticinque anni all'insegnamento e alla profusione del suo enorme amore per la danza e l'arte in genere. Cosa cerca di trasmettere alle persone che la vedono come un esempio da seguire?

Cerco di trasmettere sempre un principio fondamentale: la danza va fatta seriamente; richiede estrema generosità e dedizione assoluta, soprattutto se si ha l'obiettivo di competere con tantissimi altri ragazzi, in Italia e nel mondo. La danza, inoltre, premia sempre chi porta con sé un grande bagaglio culturale ed esperienziale. È fondamentale quindi formarsi sulla storia dell'arte, la letteratura e la storia. La cultura apre le menti ed espande i confini, per questo motivo molti grandi ballerini frequentano – o hanno frequentato – l'università: tutto ciò serve alla danza più di quanto si possa immaginare.

Può descriverci le sue esperienze all'estero e quali differenze ha trovato con l'ambiente italiano?

Da poco tempo, in Italia, i genitori hanno iniziato a portare i bambini molto piccoli a lezione di danza classica. All'estero questo succede da tantissimi anni, sia perché è uno sport molto adatto ai più piccoli (sviluppa equilibrio e armonia, padronanza dello spazio, memoria, intuito e autodisciplina), sia perché gli spettacoli di balletto sono molto seguiti e c'è una grande cultura in merito. In realtà il balletto nacque presso le corti italiane durante il Rinascimento ma proprio qui, dopo un recente periodo "nero" in cui il teatro ha trascurato la danza, il pubblico ha perso l'interesse. Fortunatamente, grazie ai sacrifici e all'impegno profuso dalle ottime compagnie italiane, ultimamente si vedono forti miglioramenti.
Sicuramente è da evidenziare la qualità delle compagnie internazionali come la New York City Ballet o l'Opèra De Paris, che fungono da stimolo per le ottime compagnie italiane quali La Scala di Milano e il Teatro di San Carlo, Napoli.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Sono direttrice e co-fondatrice (con Keith Ferrone) del Florence Dance Festival, quest'anno alla ventottesima edizione: uno dei miei (nostri) traguardi sarebbe quello di creare una fondazione. In generale, mi piacerebbe veder crescere il Festival, continuare a insegnare e trasmettere ai bambini l'enorme amore per il ballo, che mi accompagna immutato – se non accresciuto – dall'inizio della mia carriera.