I lavori che nessuno vuole fare

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Parliamo dei lavori per i quali si faticano a trovare candidati.Si arriva in molti casi al 40% di posti di lavoro che sono rimasti vacanti, nel Nord ma anche nel Sud. Dati che fanno a pugni dunque con la disoccupazione crescente, ma soprattutto con l'inattività dei giovani che non sono impegnati in alcun percorso formativo o lavorativo (i famosi Neet).

  • 05/12/2016

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Redazione di Educaweb.it
Con una certa frequenza, da qualche anno tornano a fare notizia i casi di lavori strapagati che nessuno pare voler fare, il più delle volte in luoghi remoti in contesti di natura incontaminata o in microscopiche comunità isolate dal resto del mondo. Ma al di là di queste punte dell'iceberg, in Italia, in questa fase di recessione economica e di disoccupazione crescente che al Sud sfiora il 40% e addirittura il 60% tra i giovani, ci sono dei settori in cui trovare lavoro non è così difficile, perché il mercato sta riscontrando notevoli difficoltà a trovare disponibilità e specializzazioni.

Parliamo in particolare dei lavori artigiani, che richiedono una buona specializzazione ma per i quali in Italia abbiamo poca offerta di formazione professionale. Un meccanico o un carrozziere che faccia una scuola professionale viene spesso prenotato da chi offre lavoro con un anno di anticipo prima del suo diploma.
Mancano elettricisti, carpentieri, falegnami, tecnici, panettieri e pizzaioli, ma anche progettisti di software, fisioterapisticamerieri e lavapiatti, classici lavori a prevalenza stagionale, come anche i raccoglitori di frutta. Certo, quando non vengono trovate persone già formate, c'è sempre la possibilità per chi offre il lavoro, di occuparsi della formazione, ma i costi sono rilevanti, e non tutti sono in grado di farsene carico.

Ma non ci sono solo i lavori manuali – specializzati o meno. Nei prossimi anni, entro il 2020, mancheranno figure legate allo sviluppo dell'economia legata al web, informatici, programmatori, ma anche ingegneri e amministratori (settore economico finanziario). Ci sarà sempre maggiore richiesta anche di infermieri, lavoratori del settore sanitario e lavoratori domestici (colf e badanti).

È carente dunque la formazione professionale, soprattutto l'alta formazione artigiana e tecnica, e accade anche che viene quasi sempre richiesta esperienza pregressa, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Ecco allora che i tirocini (per esempio quelli promossi da Garanzia Giovani, per i quali si può chiedere ai Centri per l'Impiego del proprio territorio) possono rappresentare una grande risorsa per inserirsi nel mondo del lavoro.

Il lavoro nell'immaginario collettivo
Occorre anche spezzare l'immagine dominante nella fiction televisiva, che propone ispettori, avvocati, medici e professori quasi come unici lavori gratificanti e socialmente riconosciuti. Muratori, parrucchieri ed estetiste o carrozzieri e falegnami non sono presentati come altrettanti esempi. Il fatto è che il mercato del lavoro e molto più ampio, variegato e sfaccettato di quanto la maggior parte delle persone creda. Le possibilità sono tantissime, occorre informarsi, approfondire, e soprattutto, tastare con mano. Nulla come il cominciare a lavorare consente di scoprire le possibilità che dall'esterno non si immaginano neanche.

E i Neet?
Nei paesi del nord Europa è raro che uno studente universitario non cominci a fare lavoretti vari e occasionali per mantenersi agli studi. Vive spessissimo fuori casa, in una regione diversa da quella dei suoi genitori, anche se l'università c'è anche lì, e contribuisce alle spese per mantenersi. Da noi è più raro, è molto più comune che i genitori debbano farsi carico integralmente dei giovani studenti. Già questo è il segnale di una tendenza che potrebbe essere diversa, perché la dipendenza è qualcosa che si radica facilmente come abitudine di cui può diventare scomodo sbarazzarsi.