"Pole dance: due passioni che si incontrano. Intervista a Barbara ed Elisabetta di Miawear"

Intervista

Due amiche, due passioni: la pole dance el'arte del cucito. Da un'amicizia nasce un'attività imprenditoriale,creare capi di abbigliamento pensati in modo specifico per questa danza-ginnastica sempre più diffusa. Ecco il racconto della loro esperienza.

  • 27/12/2016

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Redazione di Educaweb.it
Il sito di miawear.com nasce dall'incontro di due grandi passioni, quella per la Pole Dance di Elisabetta e quella per il cucito di Barbara. 
Raccontateci come avete iniziato e quando avete capito che sarebbe diventato il lavoro della vostra vita.
Barbara - 
Mia wear nasce durante una serata di chiacchiere in birreria. Io ed Elisabetta siamo amiche da anni; ci siamo conosciute ancora bambine, il primo giorno di scuola, quando una abitava due portoni più in là dell'altra. Nel tempo abbiamo preso strade diverse, ma senza mai perderci di vista. Una sera del 2013, parlando del più e del meno, Elisabetta mi racconta della sua passione per la pole dance e di un'idea che le è venuta. Si è accorta che mancano pezzi di abbigliamento pensati apposta per la pole, che le ragazze in palestra indossano pantaloncini e top nati per altri sport, costumi da bagno e capi 'riadattati'. C'è spazio, insomma, per creare qualcosa, forse una propria collezione. Io, che disegno e produco abiti e accessori ormai da diversi anni, non mi lascio sfuggire l'occasione di partecipare a questa nuova avventura.
A poco a poco tutto prende forma. Decidiamo di lavorare con laboratori italiani, piccoli e medi, e di utilizzare tessuti di grandi aziende ma anche scampoli e scarti di produzione, per recuperare e non sprecare. Cerchiamo un laboratorio specializzato, disegniamo i modelli, scegliamo i tessuti, realizziamo i prototipi e diamo il via alla produzione. Intanto prepariamo il sito e ci iscriviamo al nostro primo evento di pole dance - organizzato da una palestra di Modena - per fare un test e scoprire se i nostri capi possono funzionare. E' così che è nata Mia wear.

Ci parli della formazione: quanto è importante studiare per emergere nel vostro settore di riferimento?
Barbara - Mi sono laureata in scienze politiche, ma da più di 10 anni mi dedico al cucito e all'abbigliamento e si può dire quindi che ho una formazione sul campo. Non mi ero mai occupata però di abbigliamento sportivo e per questo ci siamo affidate ad un laboratorio specializzato.
Elisabetta - Io, invece, sono laureata in Lingue e Letterature straniere e il lavoro di interprete mi ha portata a contatto con il mondo della moda. È così che ho cominciato a capire un po' come funziona e che mi sono venute mille idee da sviluppare.
Man mano che Mia wear cresceva, abbiamo ampliato le nostre capacità, ma ci siamo anche rese conto di aver bisogno di 'aiuto'. Sicuramente una formazione specifica è importante per avviare un progetto come il nostro, ma portarlo avanti coinvolge vari livelli di competenza, dal disegno alla scelta dei tessuti tecnici e alla produzione dei capi, dall'organizzazione di eventi per farci conoscere all'attenzione per i social e molto altro. E' quindi fondamentale anche appoggiarsi a esperti dei vari settori.

Come esperta di Pole Dance, a chi consiglierebbe di approcciarsi a questo sport? Quali sono i benefici?
Elisabetta -
 Dietro alla Pole Dance c'è un intero universo. Parliamo di una disciplina declinata in mille varianti e per questo adatta a tutti; ormai sono tante anche le pre-adolescenti che la praticano a livello agonistico, come un'alternativa alla ginnastica artistica, alla ritmica, alla danza. Dall'altra parte invece troviamo chi inizia "da grande", anche ben dopo i 40, e scopre di riuscire dove mai avrebbe pensato, migliorando la flessibilità, la forza, la resistenza. La pole coinvolge tutto il corpo sotto più aspetti: ogni movimento va ricondotto a uno sforzo muscolare, di equilibrio o all'uso delle leve e con la pratica si impara a capire come affrontare le varie figure. Ormai sono sempre di più anche gli uomini che si avvicinano a questo sport.

La Pole Dance è uno sport che divide: spesso incanta il pubblico, ma talvolta è incompreso e criticato. Qual è la sua esperienza?
Elisabetta - E' vero: la pole dance incanta il pubblico. Difficile non rimanerne affascinati quando si ha la fortuna di assistere ad uno spettacolo. La potenza e allo stesso tempo la leggerezza dell'atleta sono travolgenti. Certo, tra i tanti stili di questo sport c'è anche l'Exotic Pole, la pole dance più sensuale, volutamente provocante. Personalmente non ci trovo niente di male, se ci pensiamo molti dei balli più praticati e conosciuti - a partire dall'elegantissimo tango -  altro non sono che la rappresentazione di un corteggiamento e di un amore. La pole dance è stata praticata e ancora si trova nei night club, il che fa scattare immediatamente l'associazione con un mondo sommerso di illegalità e vizio. C'è chi va avanti per la propria strada e con pazienza spiega agli amici che no, non si tratta di quello. Altre ragazze invece hanno paura di essere giudicate e addirittura iniziano a frequentare le lezioni di nascosto. È un peccato, ma come per tutte le novità bisogna aspettare che l'abitudine la trasformi in una cosa ordinaria.
Intanto la comunità degli amanti di questo sport cresce sempre di più, e lo testimoniano i continui eventi organizzati in Italia e nel mondo e anche i tanti brand di abbigliamento dedicati: da quando abbiamo cominciato continuano a moltiplicarsi!

Quali sono i vostri progetti futuri?
Barbara - 
In questo momento stiamo progettando una nuova collezione, che vorremmo promuovere non solo in Italia ma anche in quei paesi d'Europa in cui la pole dance è uno sport ormai 'sdoganato' da diversi anni, come Germania, Austria, Olanda e Gran Bretagna. Stiamo anche iniziando a concepire la pole dancer come un'atleta a 360° che, oltre ad allenarsi al palo, si dedica alla flessibilità, allo stretching e al potenziamento.
Contemporaneamente vogliamo allargare la famiglia Mia wear per creare un vero e proprio team di lavoro, per far fronte alle mille sfide che qualsiasi azienda in crescita deve affrontare ogni giorno.


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