"Professioni emergenti, social media manager"

Intervista

Di cosa si occupa esattamente il social media manager? «Si occupa della comunicazione del brand (marchio di un prodotto o di un'azienda) sui social network. Gestisce, dall'ideazione alla pubblicazione e al successivo monitoraggio, i canali social di un'azienda.

  • 28/05/2018

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Francesco Caremani
Determinazione e capacità di ordinare in fretta, e bene, le idee. Sono queste le prime due qualità che vengono fuori dalle parole e dagli occhi di Monica Pesaresi, nata a Perugia il 14 ottobre 1988 e laureata in Tecnica pubblicitaria all'università per stranieri della città natale. Madre impiegata, sorella minore hair stylist, si è diplomata al liceo linguistico: «Dopo la triennale ho fatto vari corsi per specializzarmi nella professione».

Il mondo del lavoro si spalanca davanti a lei grazie a un tirocinio, una sfida impossibile, pubblicizzare le cartine da sigarette Rizla che per legge non si possono pubblicizzare, strutturando una campagna itinerante nelle varie città italiane attraverso i social, soprattutto Facebook: «Ed ho subito capito che avrei lavorato in questo settore», sottolinea Monica. Poi il grande salto, Roma e l'agenzia Doing  per la quale si occupa di clienti quali Eni, Snam e Telepass, iniziando come reputation manager (questa figura si occupa, come si può facilmente intuire dal nome, del controllo della reputazione online dell'azienda, ndr) e facendosi una cultura sul petrolio.

Adesso, come dice lei, è di stanza a Perugia e segue vari clienti per l'agenzia Fosforica, tra cui il gruppo Colussi in qualità di social media manager (professionista digitale che si occupa di gestire i canali social media, digital media e social network per organizzare e portare a termine attività di diffusione di notizie, creazione e gestione di un piano editoriale, comunicando il brand aziendale), la professione di cui vogliamo parlare. Un lavoro che non s'improvvisa e che troppo spesso le aziende mettono in mano al parente più digitalizzato, salvo poi pentirsi al primo epic fail, come quella ditta di salumi che sostituì i salami al posto dei ceri, dimenticando che per Gubbio l'omonima festa è una cosa sulla quale non si può scherzare: «Troppo spesso in questo settore le persone s'improvvisano e le aziende non comprendono che invece ci vogliono dei professionisti, con competenze riconosciute e riconoscibili, che sono una garanzia, pure di successo».

Nel tempo libero Monica ama leggere, attualmente sta attraversando il periodo russo, cuce, lavora con i ferri, tutte attività pratiche che la rilassano e la tengono lontana dallo smartphone il mezzo col quale lavora di più: «Adesso sto seguendo un corso di pittura su ceramica a Torgiano, vicino Perugia, mi aiuta molto a staccare, perché io non riesco a scrollare i social in maniera disinteressata, per me è lavoro e l'occhio clinico è sempre pronto».

Monica è anche docente di storytelling (l'arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva, specialmente in ambito politico, economico e aziendale) all'Istituto Italiano Design  di Perugia: «Un'esperienza molto bella con percorsi interessanti fatti insieme con i miei studenti». E conduce, insieme a Nicola Palumbo, Scenario Digitale, su Radiophonica, radio universitaria, dedicato principalmente agli studenti di Scienze della comunicazione e a chi segue corsi di social marketing, con un grande successo di pubblico: «L'obiettivo è quello di fare rete tra noi professionisti del settore che operiamo in Umbria e aiutare gli studenti universitari a entrare in questo mondo del lavoro, senza perdersi». Leggetela, non vi deluderà.

Di cosa si occupa esattamente il social media manager?
«Si occupa della comunicazione del brand (marchio di un prodotto o di un'azienda) sui social network. Gestisce, dall'ideazione alla pubblicazione e al successivo monitoraggio, i canali social di un'azienda. Si tratta d'individuare la vera identità del brand, di farla conoscere agli utenti attraverso i principali social network, come Facebook e Instagram, e di connetterli all'azienda. Il social media manager è responsabile del piano editoriale (i contenuti che vedono i fan e i follower delle pagine aziendali), della creatività (immagini e video che tendono a coinvolgere emotivamente gli utenti) e delle campagne di marketing (quindi gestione del budget) che possono avere diversi obiettivi, ad esempio di traffico al sito o d'interazione con i post della pagina».

In cosa consiste il lavoro?
«Si parte dall'analisi del brand, s'identificano le piattaforme più indicate per comunicarne il messaggio, si sviluppa una strategia, quindi il modo in cui il brand veicolerà il proprio messaggio, e infine si crea e organizza il piano editoriale. Simultaneamente il social media manager analizza e identifica il target (pubblico) di riferimento del brand sui social e definisce una linea editoriale ad hoc per esso. Una volta avviata l'attività, gestisce il rapporto con gli utenti, interagendo attraverso commenti e messaggi con i follower dei profili. La pianificazione dei contenuti comprende anche l'utilizzo di Facebook Ads, la sponsorizzazione di contenuti diretti a uno specifico target. A cadenza mensile, o per ogni singola campagna, il social media manager elabora dei report che sintetizzano l'attività al cliente e indicano i contenuti che hanno avuto maggiore successo».

Quale è la giornata tipo del social media manager?
«Dipende se il social media manager è freelance o no (ride, ndr). In realtà la giornata non finisce mai, purtroppo e per fortuna non siamo legati ad alcun orario di lavoro e ad alcuna regola in particolare. Dipende tutto dal settore del marchio per cui si lavora, dagli obiettivi e da molte altre variabili. Siamo quelli che hanno sempre il cellulare in mano, nelle fasi di campagna più concitate controlliamo i post e le sponsorizzazioni almeno quattro volte l'ora».

Come si diventa social media manager? Esiste un percorso di studi specifico? Qual è stato il suo percorso?
«Oggi ci sono dei corsi molto validi, che si possono frequentare anche online. Io ho cominciato come reputation manager, leggevo dati, articoli e conversazioni tra utenti circa 11 ore al giorno. Poi mi sono appassionata ai social e ho cominciato il mio percorso di formazione, il segreto è non smettere mai di studiare! In questo settore può crollare ogni certezza nel giro di una settimana, è necessario tenersi sempre informati, leggendo articoli di siti e blog specializzati, facendo corsi, partecipando ai festival nazionali e internazionali, perché gli algoritmi e l'uso dei social network cambiano costantemente. È davvero un lavoro trasversale che coinvolge più settori del brand e necessita di una formazione specifica e di costante studio. Io cerco di dedicare almeno 3 ore a settimana alla formazione».

Quali sono le competenze chiave di questa professione?
«Sono molte e variano da persona a persona, nel senso che ognuno può arricchire il proprio bagaglio di esperienza, però le competenze che non possono mancare sono: una buona conoscenza del web marketing (il web marketing è quell'insieme di strumenti, tecniche e metodologie di marketing "non convenzionali" utilizzati/e per la promozione di una marca e/o prodotti e servizi attraverso internet, esso include l'uso di social media, motori di ricerca, blogging, video e email, normalmente le attività di web marketing si traducono prima nella pubblicazione di un progetto web, poi nella realizzazione e promozione di un sito Internet, ndr), sapere scrivere brevi testi, conoscere i principali social e quali differenze ci sono tra una piattaforma e l'altra».

Pesa di più l'esperienza o la formazione?
«Questo è un settore in costante divenire, sicuramente la pratica è molto importante ma è necessaria una costante formazione per rimanere sempre aggiornati».

Che tipo di problemi deve risolvere?
«Ora più che mai la reputazione del brand passa per i canali social, i più comuni momenti di ‘crisi' riguardano la gestione degli utenti (crisis management), quando cioè i consumatori manifestano la loro insoddisfazione».

In quali settori si trova lavoro? Da quale tipo di azienda è maggiormente ricercata questa figura professionale?
«L'advertising (pubblicità, ndr) è il settore di riferimento, web agency (termine relativamente nuovo, nato per identificare aziende con una conoscenza approfondita di tutto ciò che riguarda il web, dal design, programmazione e promozione dei siti web, alla progettazione e realizzazione di complesse applicazioni) per lo più».

Il social media manager è un libero professionista o un dipendente?
«Può essere entrambi».

Può essere svolto anche come telelavoro?
«Dopo una fase iniziale, che necessita di contatto con il team di lavoro (azienda o agenzia) il social media manager è un lavoro che può essere svolto pure da remoto».

A quali altre professioni potrebbe essere associata quella del social media manager?
«Non ci sono molte altre figure professionali simili al social media manager, una di queste potrebbe essere il digital strategist che decide quale sono le migliori strategie di web marketing per promuovere il brand».

Qual è la retribuzione media?
«Potrebbe essere intorno ai 15-25.000 euro l'anno, ma è molto variabile per anzianità e clienti». 

Pensa che in futuro sarà una professione sempre più richiesta?
Come evolverà questa professione e verso quali settori/contesti lavorativi?

«Speriamo! Per come si sta evolvendo questa professione e l'incidenza dei social nella vita delle persone, sono quasi sicura che il social media manager è una delle professioni del futuro».

Cosa consiglia a una/un giovane diplomata/o che vuole fare questo lavoro?
«Di rendersi conto il prima possibile che ‘gli esami non finiscono mai' e che si deve sempre avere voglia d'imparare e studiare perché il social media manager è un lavoro preciso, richiede meticolosità e attenzione per i minimi dettagli».