"Chi è e cosa fa un Private Banker? Lo chiediamo a Umberto Mengoni, Private Banker per il gruppo Banca Mediolanum"

Intervista

Umberto Mengoni haconseguito la Laurea in Economia e Commercio nel 1990 a Firenze e, da quel momento, ha iniziato il suo percorso professionale, che lo ha visto Responsabile presso diverse Banche italiane, tra le quali: Banca MPS, della BCC di Pontassieve e della Cassa Risparmio di Cesena. Nel 2013, deciso a dare una svolta alla sua attività professionale, ha accettato il ruolo proposto da Banca Mediolanum ed è entrato a far parte del Gruppo Private Banking di Firenze. La redazione di Educaweb.it lo ha intervistato per comprendere il ruolo del Private Banker in Italia.

  • 03/10/2016

  • Valore

Redazione Educaweb.it
Umberto, la definizione di Private Banker è scarsamente conosciuta ai più: ci racconti quali sono le sue mansioni principali e come si svolge la sua giornata lavorativa tipo?

Il Private Banker è un professionista in grado di offrire al cliente tutti i servizi della pianificazione finanziaria. Si tratta quindi di un rapporto che va ben al di là del rendimento offerto - o atteso - da uno specifico prodotto finanziario.
La pianificazione finanziaria comprende quattro aree: la protezione ( del nostro patrimonio e della nostra capacità di reddito ), gli investimenti, i finanziamenti e la previdenza.
Inoltre, per la clientela con particolari necessità, il Private Banker può utilizzare la struttura di Wealth Management della sua Banca per affrontare questioni legate alla finanza straordinaria per le imprese, la compravendita di aziende, la tutela del patrimonio ( trust , società fiduciarie), la gestione degli investimenti immobiliari.
La mia giornata tipo inizia con la formazione e l'aggiornamento, per poi dedicarmi allo sviluppo della relazione con la clientela in ufficio o direttamente dal cliente.
Queste sono le due attività alle quali voglio dedicare la maggior parte del mio tempo, cercando di ridurre al minimo gli adempimenti amministrativi.       

Lei ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio a Firenze e ha da subito iniziato il suo percorso professionale, ricoprendo il ruolo di Responsabile presso diverse Banche Italiane. Qual è il percorso accademico che oggi consiglierebbe ad un giovane aspirante Private Banker?

Ritengo che l'era dei "tuttologi" sia terminata; suggerirei quindi un percorso di studi che consenta l'approfondimento delle specifiche materie economiche e finanziarie.
Negli ultimi anni molte facoltà nel nostro Paese hanno profondamente rinnovato e aggiornato i propri programmi. Tra queste sceglierei quelle con un numero di studenti non troppo elevato per poter costruire un rapporto più diretto con i docenti in quanto saranno proprio loro, al termine degli studi, a giocare un ruolo importante nel passaggio al mondo del lavoro.
Unitamente agli studi suggerisco di  iniziare a progettare  e costruire un'adeguata rete di conoscenze e relazioni: saranno la base per iniziare la loro attività.           

Quali sono i principali ruoli che può svolgere un neolaureato, al fine di raggiungere una posizione lavorativa di prestigio, quale è la sua?

Il percorso "classico" nel sistema bancario tradizionale rimane importante, pur nell'attuale fase di trasformazione che coinvolge il settore.
Tuttavia guarderei con più attenzione alle Banche con una rete commerciale già operativa e collaudata, in quanto sono in crescita e rappresentano al momento il modello a cui tende il resto del sistema.  

Esistono delle differenze tra il Private Banking italiano e quello internazionale? Se sì, quali sono?

Sicuramente esiste un approccio culturale diverso tra il risparmiatore/investitore italiano e quelli esteri, in particolare gli anglosassoni .
Per tanti anni in Italia è stato sufficiente investire in titoli di stato per ottenere una buona remunerazione senza assumere rischi particolari; in sostanza si poteva fare a meno di dedicare tempo e risorse ai propri investimenti finanziari ed utilizzare un'adeguata consulenza professionale. Peraltro anche l'investimento immobiliare costituiva un porto sicuro.
Da 10 anni o poco più tutto è cambiato e, purtroppo, molti risparmiatori hanno vissuto questa fase subendo amare perdite nei propri portafogli.
Considerata anche la radicale ristrutturazione in essere nel Sistema Bancario tradizionale, i servizi del Private Banking nel nostro Paese saranno sempre più centrali nell'offerta a favore della clientela di elevato standing e potranno contribuire al graduale processo di formazione finanziaria ormai in atto.      

Nella sua pagina Facebook (Umberto Mengoni – Private Banker), lei afferma: "il mio ruolo mi impone professionalità e concretezza, ma non dimentico le relazioni umane: ancora oggi l'asse su cui si sviluppano le migliori collaborazioni.". Quanto è importante, nel rapporto con i suoi clienti, il fattore fiducia?

Il fattore fiducia è fondamentale e rimane la chiave di successo di ogni relazione. Il rapporto fiduciario si costruisce nel tempo ed inizia con un concreto e sincero interesse del consulente verso i bisogni e le necessità del cliente e della sua famiglia.
Utilizzando gli strumenti a propria disposizione il consulente proporrà specifiche soluzioni effettivamente congeniali al cliente.
Inizia così quel percorso che, attraverso il monitoraggio dei risultati e l'adeguamento della strategia ad eventuali modifiche della situazione personale e professionale del cliente, consente il raggiungimento degli obiettivi comuni.  
Nel lungo periodo infatti tramite un solido rapporto fiduciario, cliente e consulente devono perseguire obiettivi del tutto convergenti.       

Quali sono i suoi progetti futuri? 

Ho due obiettivi nel breve periodo.
Diventare punto di riferimento per la mia clientela anche su ambiti diversi ma comunque collegati alla pianificazione finanziaria: penso ad esempio agli imprenditori per le operazioni di finanza agevolata o per l'attività di controllo di gestione nello loro aziende.
Utilizzare in maniera adeguata e professionale i social network pur mantenendo la centralità del rapporto umano.