"Metodo e tecnica sono fondamentali per imparare a esprimere con l'arte il proprio io"

Intervista

Costanza Papàsogli Tacca nasce a Pisa nel 1980. Ha frequentato i corsi di formazione artistica presso l'Accademia di Belle Arti e la Florence Academy of Art a Firenze. Ha partecipato a mostre e manifestazioni d'arte nazionali e internazionali quali a Londra, in America e ad Hong Kong. Pittrice professionista, vive e lavora a Ginevra. L'abbiamo intervistata per voi per capire cosa deve aspettarsi chi decide di intraprendere la difficile strada dell'artista di professione.


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Intervista a Costanza Papàsogli Tacca, Pittrice professionista e buon esempio di 'giovane talento'
Dalla tua esperienza potresti estrapolare un giudizio sintetico sull'attuale percorso di studi propedeutico alla carriera dell'artista e al contempo quali consigli potresti dare ad un giovane che decidesse come te di intraprendere questa strada? 
 
In base alla mia esperienza, i percorsi d'istruzione in Italia purtroppo non ti preparano in maniera pratica al mondo del lavoro. E' tutto molto astratto e teorico, l'opposto di quanto prevede il nostro lavoro di artisti che invece è nettamente pratico, fatto di studio, disciplina e duro lavoro. Impari teoricamente come diventare artista, ma sarebbe fondamentale integrare molto di più la teoria con la pratica, per acquisire le tecniche necessarie per esprimersi. Ho riscontrato invece una grande serietà in molte scuole di stampo internazionale, un ritorno al metodo e al concetto di Accademia classica, dove ti insegnano il metodo e la tecnica per poi esprimere il tuo io interiore. Per cui, ai giovani artisti, consiglio di studiare a fondo il disegno e la pittura della tradizione classica, come strumento per poi poter esprimere le proprie idee artistiche. 
 
Quanto sono importanti formazione e aggiornamento?

Studiare, avere delle basi e imparare metodo e tecnica è fondamentale per dare struttura ad un quadro e per riuscire ad esprimere forza nelle opere. 
 
Che artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
 
Sono affascinata dalle nature morte fiamminghe, mi ispiro in particolare a Wilem Kalf, Willem Claeszoon Heda, Jan Davidsz de Heem. Inoltre ammiro e studio tutti i pittori americani e francesi del 1900 come ad esempio Sargent, Emil Clarsen, Gerome e Duran.
 
Che ruolo hanno giocato nella tua traiettoria le figure del critico d'arte, gallerista, e altre figure professionali legate al mondo dell'arte?
 
Le critiche sono costruttive, però trovo che un artista, quando crea, sia spinto da un sentimento e da una forza interiore che molto difficilmente può essere contenuta e/o limitata per dare seguito ai consigli dei critici d'arte o dei galleristi.
Sono le emozioni e le esperienze vissute che guidano il mio pennello; dipingere rappresenta per me un modo di esprimere la mia visione della realtà. Pertanto ben vengano le critiche purché le stesse non siano tali da interferire con l'onestà dei sentimenti che mi guidano nella creazione di una opera.
 
Questa che ti facciamo adesso è una piccola provocazione, con quale altra professione, ad oggi, cambieresti volentieri  il tuo lavoro?
 
Sono una bravissima cuoca e in cucina mi diverto a creare e a giocare con i colori e con i sapori. Sono convinta però che, per certi versi, cucinare sia una forma d'arte e anche in questo campo per eccellere servono studio, disciplina e creatività, quello che cambia è solo la materia.