Erasmus e Brexit: cosa cambierà

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Con il voto del 23 giugno, il Regno Unito ha decretato l'uscita dall'Unione europea. Analizziamo cosa potrebbe accadere dopo Brexit, in particolare in relazione al progetto Erasmus.


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Redazione di Educaweb.it
Con il 52% dei voti a favore, gli inglesi hanno deciso: il Regno Unito uscirà dall'Europa.
Nel 2015, con un aumento del 37% rispetto al 2014, sono stati 57 mila gli italiani a trasferirsi nel Regno Unito. Sono proprio loro, assieme agli altri abitanti "non inglesi", ad avere forti dubbi sul proprio futuro da studenti, ricercatori, lavoratori.
Per quanto il Paese si appresti a diventare "extracomunitario", è bene precisare che il processo che condurrà il Regno Unito fuori dall'Unione europea sarà lungo e complesso. Ciò significa che, al momento, non cambierà niente per coloro che vivono o che stanno per andare nel Regno Unito. Le leggi e gli accordi fino ad ora in vigore restano validi e continueranno ad esserlo almeno per i prossimi due anni.
Per uscire dall'UE, Londra deve appellarsi all'articolo 50 del Trattato di Lisbona, che prescrive le regole relative a tempi e modalità di uscita. Lo stesso trattato, però, è vago su diversi temi scottanti: questo significa che finché le parti non avranno discusso e preso decisioni in merito, non si saprà con certezza cosa cambierà.

Conseguenze per gli studenti che vivono in Gran Bretagna

Durante la campagna elettorale, il fronte "leave" (che parteggiava per l'uscita dall'UE) ha ripetutamente tranquillizzato l'elettorato sul tema studenti: nessuna conseguenza quindi per i cittadini europei non inglesi che lavorano e studiano già nel Regno Unito.
Gli studenti potranno pertanto portare a termine il loro percorso di studi e lo stesso vale per coloro che hanno iniziato il loro progetto Erasmus.
Per quanto riguarda invece le migliaia di giovani che partono per il Regno Unito per lavorare come camerieri e imparare l'inglese - tra cui tantissimi italiani - i problemi non tarderanno ad arrivare.
I sostenitori del "leave", infatti, propongono il metodo a punti australiano: una valutazione delle competenze e delle capacità del richiedente (necessariamente un lavoratore qualificato) ed un esame di lingua inglese.

Brexit e l'Erasmus

Ad essere coinvolto in questo nuovo scenario mondiale, sarà anche il progetto Erasmus.
Questo, infatti, è un programma di studio all'estero e prevede una permanenza in un Paese dell'Unione Europea che va dai 3 ai 12 mesi.
Se prevarrà la linea rigida del "leave", gli studenti inglesi potrebbero non avere più la possibilità di partecipare al Progetto Erasmus e godere dei fondi che l'Europa mette a disposizione dell'istruzione. Lo stesso varrebbe per gli studenti italiani e degli altri Paesi europei, che non potrebbero più scegliere la Gran Bretagna come meta per i loro studi.
Esistono alcuni Paesi, tuttavia, che sono associati al Progetto Erasmus nonostante non facciano parte dell'Unione Europea, come Norvegia, Turchia, Islanda e Liechtenstein.
Potrebbe essere questa la scelta del Regno Unito: lasciare l'Europa senza rinunciare al progetto.
Nel caso decidesse invece di abbandonare totalmente il programma Erasmus, gli studenti potrebbero comunque studiare nel Regno Unito come "international student", pagando delle tasse fino al 50% più alte rispetto a quelle imposte fino ad ora agli studenti comunitari.

Per ottenere risposte certe sulle reali conseguenze di Brexit, non resta che attendere.

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